Reggio Calabria e lo Stretto
Reggio Calabria e lo Stretto di Messina - © Shutterstock
Si fa presto a dire “Stretto”...
Al di là delle bellezze della città di Reggio Calabria, lo stretto che separa la Sicilia dal resto d'Italia è più sconosciuto, dato quasi per scontato. Invece è un concentrato di curiosità e dati interessanti, che è un piacere sapere.
Si chiama “di Messina”, è vero, ma dipende da che parte lo si guarda… Ha una forma ad imbuto: ampio dalla parte del Mar Jonio, si strozza dal lato del Mar Tirreno. Misura 33 Km, la larghezza massima è di 16 km, fra Capo Pellaro e Alì Terme, la minima é di 3 km fra Capo Peloro (ME) e Torre Cavallo.
Mettiamo la testa sotto. La topografia è quella di un grande canyon dalle ripide pareti. Anche a lui, oltre al vento e all’influsso degli astri, il merito del grande, quanto affascinante gioco di correnti. E’ qui, dove Jonio e Tirreno si scontrano, ogni 6 ore. Le più veloci scorrono da Sud a Nord dette "montanti", le altre "scendenti". Raggiungono fino a 12 Km/ora: un vero fiume nel mare.
Come disse Pascoli "laddove le onde greche vanno a cercare quelle latine". Il loro incontro-scontro determina un infinità di gorghi e vortici di varie dimensioni, schiume, onde incrociate, variazioni di colori. E’ profondo 800 metri. dinanzi a Pellaro, 400 metri, sul lungomare di Reggio Calabria; emerge fino a 72 metri a Capo Cavallo (Villa S.Giovanni).
Lo esplorò nel 1979 Jacques Piccard, scienziato svizzero-francese, col suo batiscafo "Forel" e censì 140 specie ittiche. E’ "il paradiso degli zoologi" per la sua folta popolazione… Eccone un assaggio: la cernia, il pesce di San Pietro, la vipera del mare, il pesce nastro, la rana pescatrice, delfini, tonni, pesci sciabola, pesci trombetta, saraghi, pesci fotofori.
E ancora: il corallo nero di Scilla, gorgonie variopinte, le rose di Anthias, tunicati, spugne, Astroides, cerianthus, claveline, vaccarelle di mare, alcionarie o mani di morto, poseidonie, madrepore, ascidie, spirografi e alice mirabilis ecc., ecc. ecc. Non a caso molti sono i Diving Center che propongono al turista di cogliere le meraviglie di questi fondali.
Il Duomo di Reggio Calabria - © Shutterstock
Reggio Calabria, città dei cambiamenti
La città fa venire in mente l’araba fenice, costretta a risorgere dalle proprie ceneri per sottrarsi al rischio dell’oblio: terremoti e calamità l’hanno ciclicamente colpita cercando quasi di cancellarne la memoria. Sembra un gioco di parole, ma Reggio si presenta dunque come una città "giovane", a volte addirittura incompiuta, a dispetto della sua storia millenaria, da cui trae origine.
Guardiamo il Castello Aragonese, edificato ben 1500 anni fa: nel corso dei secoli fu più e più volte modificato e restaurato e collegato alle mura di cinta. Oggi è una prestigiosa sede espositiva di numerose ed importanti mostre d’arte.
Sul lato mare sorge un altro luogo carico di storia: è la Chiesa degli Ottimati, l’unica chiesa in stile arabo-normanno della città, nel periodo arabo trasformata in moschea. Qui si conservano i mosaici dell’antico edificio del 1597 insieme ad un dipinto dell’Annunciazione. A poche centinaia di metri, un’altra delle chiese più rappresentative di Reggio: la Cattolica dei Greci. Il titolo di Cattolica risale addirittura al periodo normanno, mentre la nuova chiesa fu costruita solo nel 1876.
Eccoci sul lungomare, definito il "chilometro più bello d’Italia”: a poca distanza le une dalle altre, coesistono memorie della Magna Grecia e dell’Impero Romano. Le Mura Greche, che proteggevano tutta la costa e il monumento ad Athena, proprio sul mare.
E poi ecco le Terme Romane, di epoca imperiale, che giacevano sepolte sotto il Bastione di San Matteo. Facilmente, da qui possiamo raggiungere il Museo Nazionale, uno dei musei archeologici più prestigiosi d'Italia, per le numerose e significative testimonianze delle colonie della Magna Grecia fra cui i famosissimi Bronzi di Riace, rinvenuti nel 1972.
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